lunedì 31 ottobre 2011

I am-sterdam



Sono da poco tornata da un weekend spassoso ad Amsterdam. Scrivo subito perché domani sarò impegnatissima e mi sarò già dimenticata la metà di ciò che vorrei raccontarvi.
Ho trascorso tre giorni nella città olandese insieme ad altri 100 ragazzi erasmus di Parigi (spagnoli, tedeschi, inglesi, canadesi, greci, senegalesi, della Martinica, rumeni, ecc). E' scontato dirvi che mi sono divertita, ma è proprio quello che ho fatto. L'unica cosa che mi ha dato un po' fastidio è il fatto che gli spagnoli stavano con gli spagnoli, gli italiani con gli italiani, gli inglesi con gli inglesi, ecc. Ho fatto poche amicizie rispetto a quelle che mi ero propensa di fare.
Ho però legato molto con una amica italiana mia omonima.
Il viaggio è durato 7 ore. L'autista guidava molto bene tanto che non ho sofferto di mal di auto e ho potuto leggere pacificatamente.
Amsterdam (= diga sul fiume Amstel) è conosciuta come la città, oltre che di Rembrandt, anche e soprattutto della trasgressione...sapete com'è...si può comprare marijuana come fosse acqua naturale e si può andare a donne come se si andasse a trovare la nonna.
I miei compagni di viaggio si sono fatti canne a non finire (in francese si chiamano pétards), hanno bevuto, hanno preso dei funghi allucinogeni e delle torte con l'erba per rilassarsi. Mi sono a volte sentita un pesce fuor d'acqua, ma non importa.
Voi mi conoscete, io sono una ragazza che non beve, non fuma, ma in qualche modo ho trasgredito anch'io durante questa vacanza:
  1. Sono entrata in un supermercato di bevande, soprattutto di alcolici e mi sono comprata mezzo litro di Sprite. Vi ricordo che sono contro alle bevande gassate e all'aspartame.
  2. La mia amica ha finito la coca.....cola in brevissimo tempo. Di solito, ne riusciva a bere la metà.
  3. Ho mangiato al Burger King delle patatine e un gelato. Vi ricordo che sono contro ai fast food.
  4. Ho attraversato la strada con il rosso rischiando di essere investita dalle bici.
  5. La mia amica ha saltato un passante della cintura.
  6. Ho indossato le ballerine senza calzetti.
  7. La mia amica ha assunto ripetutamente delle pasticche...per il mal di gola.
  8. Ho fatto la doccia dopo che se la sono fatta 11 persone. L'ho fatta in punta di piedi per paura di prendermi qualche verruca.
  9. Sono salita sul tram senza pagare il biglietto.
  10. La mia amica ha fregato un bicchierino da un pub.
  11. Non mi sono lavata i piedi prima di dormire, ma tanto per non far sentire l'odore, li nascondevo subito sotto le coperte.
  12. Ho ballato da sola la canzone dei Maroon5 "Moves like Jagger" in un pub.
  13. Non sono andata a messa la domenica.
  14. La mia amica si è fatta il bagno nel bagno dell'hotel in cui pernottava il suo fidanzato. Sì perché il suo fidanzato è arrivato da Bruxelles per farle una sorpresa.
  15. La mia amica si è comprata un paio di scarpe mezz'ora prima della partenza per il ritorno. Il bello è che non sa perché le abbia acquistate. Ha semplicemente seguito un istinto compulsivo chiamato "consumismo".
  16. Non mi sono mai lavata i denti dopo pranzo mentre tutte le altre volte l'ho fatto con la mia amica in sincronia.
  17. Ho cantato al microfono in corriera con altre tre italiane: "Sono un ragazzo fortunato" di Jovanotti e "Volare" di Modugno.
  18. Ho raccontato una barzelletta in pullman, ma nessuno l'ha capita.
  19. Sono andata a ballare due sere di fila.
Brevemente, ciò che più mi ha colpito di questa città (nella quale non ci andrei mai a vivere e mi sconvolge il fatto che la chiamino la Venezia del nord) è stato indubbiamente vedere donne e donne in vetrina mezze nude, in attesa dei clienti. Ce n'erano per tutti i gusti: magre, grasse, more, bionde, trans, con bikini fosforescenti, con tatuaggi, ecc. 
L'ostello in cui stavo si trovava proprio nel Quartiere Rosso... dietro Piazza Dam. Questa piazza la riconosci subito per la presenza di un obelisco, del museo delle cere, di uno zoccolo in formato gigante e per un'artista di strada la cui voce è identica a quella di James Blunt.
L'ostello era piuttosto pulito. Ho dormito in camera con 11 persone tra cui 8 spagnoli e tre italiane, per un totale di 4 maschi e 8 femmine.
Facevo colazione nella hall e un mattino mi è capitato di vedere la porta scorrevole aprirsi, ma di non vedere nessuno entrare. Guardando meglio, ho poi capito che ad aprirla era stato il gatto del propietario entrato per mangiarsi le crocchette vicino al mio tavolino.
Poi, mi ha colpito il paradosso di chiamare i locali in cui si può comprare l'erba (la maria o l'hashish) "coffee shop" invece di "Drug shop". In città, ce ne sono più di 230 e in uno di essi è stata girata una scena di Ocean's Twelve. Un'altra cosa bizzarra sono i taxibici. Tutti vanno in bicicletta ed è un grande caos. Si rischia veramente di venire investiti ogni due secondi. Addirittura, molte bici sono senza freni... Per non parlare dei netturbini: sfrecciano per le strade e per i marciapiedi con le loro spazzole senza esitazioni.
Per quanto riguarda le visite, posso dirvi che ho fatto un giro in battello, mentre i musei (nazionale, Van Gogh, Anna Frank) li ho visti solo da fuori a causa della lunga fila e del prezzo quasi inaccessibile. Ho comunque girato in lungo e in largo il centro, il Vondelpark, il Nemo progettato da Renzo Piano e il mercato dei fiori. Le vie sembrano tutte uguali anche perché la forma della città è una ragnatela.
Se dovessi dare un voto a questo fine settimana, direi 8. Ringrazio gli organizzatori sempre molto carichi e simpatici. Una sera si sono truccati per festeggiare Halloween in anticipo. C'era chi si era truccato la faccia di bianco e di nero come un fantasma, chi si era travestito da cappuccetto rosso con il sangue dipinto che fuoriusciva dalla bocca.
Finisco con il rispondere a una mia curiosità appena arrivata in città: perché alcune case sono storte e pendenti in avanti? La causa non è l'umidità o l'acqua dei canali. In passato i propietari delle case pagavano una tassa in proporzione alla larghezza della facciata così iniziarono a costruirle strette, non più di 3 finestre, e alte, per la maggior parte a 3 piani. La conseguenza di queste costruzioni fu che al loro interno le scale erano strette e ripide rendendo di fatto impossibile qualsisi tipo di trasloco. La soluzione arrivò fissando un gancio e una carrucola sul tetto per caricare o scaricare dall'alto oggetti ingombranti, per farli entrare o uscire dalla finestra, e con l'inclinazione della casa in avanti per non rovinare la facciata durante le manovre con la carrucola, ancora oggi si usa questo tipo di sistema. La casa che detiene il record di "casa più stretta d'Europa" è al numero 22 di Oude Hoogstraat. Situata tra Piazza Dam e il Kloveniersbugwal, quest'edificio misura solo 2,02 metri di larghezza ed é caratterizzata da un orologio sul timpano.
Spero di farmi passare presto le foto così le aggiungo al post. Se riesco, cerco di recuperare anche quelle delle settimane scorse.
Ecco il mio ostello:


martedì 25 ottobre 2011

Mi sto ancora leccando i baffi

Ieri è stata una bellissima domenica d'autunno con un sole brillante e il cielo senza nuvole.
Già sabato era stata una giornata interessante in cui avevo fatto amicizia con una ragazza della parrocchia con cui farò animazione per i bambini. Mi aveva persino invitato a cena a mangiare la raclette e io le ho detto subito di sì anche se qui in Francia si usa (per buona educazione) rifiutare in modo che l'altro insista più volte per farti cambiare idea.
Tornando a ieri, sono uscita con due amiche tedesche: Tina e Julia. Insieme siamo andate per la terza volta al Louvre e per la prima volta nella nostra vita al Salone del Cioccolato. Fantastico!!!!
Dopo una fila di un'ora siamo riuscite a fare il biglietto. La mia carte bleue (carta di credito) non funzionava così, dopo qualche attimo di "Oh mamma come faccio?", mi sono fatta imprestare del denaro alle mie amiche e sono potuta entrare nel regno del cacao.
Più di cinquanta stand dei vari produttori di cioccolatini e di altre prelibatezze. Ad ogni stand ho assaggiato un pezzo di cioccolata, quindi, fate voi il conto totale delle calorie da me ingerite!



Erano esposti i cioccolatini più assurdi, per esempio quello alle carote, o alla lavanda, o con i semi di lino, o una specie di nutella al gusto di arancia, di fragola, di caramello.
Ho potuto vedere anche dei bicchieri di cioccolato. Durano un anno e non si possono né lavare (ovvio), né versare delle bevande calde all'interno (ancora più ovvio).
Erano previsti anche degli spettacoli di danza, mini concerti e sfilate con abiti rigorosamente di cioccolata. Stasera ho letto che uno di quegli "abiti" si è squagliato in passerella...cosa mi sono persa.
Verso le 19 le mie amiche ed io siamo uscite da quel paradiso contente e sazie. Ci siamo dirette in seguito al cinema perché avevamo una voglia matta di vedere il cartone animato "Un monstre à Paris". La voce della protagonista è di Vanessa Paradis. Ecco le nostre facce...Io sono la prima a sinistra. Mi riconoscete facilmente dal naso.
Dedico la dolcezza di questo mio post a Marco Simoncelli.

martedì 18 ottobre 2011

Prima il dovere e poi... il venerdì sera a ballare fino al mattinoooo

Finalmente venerdì sono andata a ballare (primo volta in Francia). 
Con un gruppo di amiche e di amici ci siamo ritrovati a mezzanotte in Rue de Rivoli a far baldoria. 
Siamo andati prima in un locale, poi alla sua chiusura verso le due, ci siamo spostati nel locale a fianco. 
Non siamo andati quindi in una discoteca, ma in due semplici bar dove si può ballare all'interno tra un tavolo e un bancone, pestando rimasugli di bicchieri frantumati a terra. Ehehe!
La musica era yeah, tranne quando il deejay metteva su certe canzoni latino-americane: all'improvviso le coppie intorno a me (anche di completi sconosciuti) diventavano delle anguille...bè sapete come sono i balli latini eseguiti da ballerini brilli... Un mio compagno conosciuto quella sera voleva insegnarmi i passi base: il movimento lento del bacino, il bacino che scende e che sale, il bacino che ondeggia, il bacino che gira...e che scatole con questo bacino!!!
Io mi sono presto stufata di starlo a sentire (mancava poco che lo mandassi a quel paese) e ho ballato a mio modo, stile manico di scopa alternando momenti in cui mi lasciavo più andare. Quando poi ho sentito pompare nelle casse musica rnb, hip hop, rock e la mia canzone preferita "Sweet Dreams" non mi fermava più nessuno e ho avuto così la mia piccola rivincita. 
Alle 5.30 la metro ha riaperto i battenti e sono così potuta tornare a casa, farmi una doccia e dormire fino a pranzo. Della serata, oltre al ricordo, mi è venuta una fantastica tosse (e non di quella secca) che mi fa compagnia durante le lezioni poco prima di qualche mio intervento, intelligente o presunto tale, e prima di addormentarmi la sera. Evviva!
Ecco una mini mini mini compilation della serata:

Che faccia di bronzo!

Scusate...lo so, sono da rimproverare assolutamente. Non scrivo sul blog da giorni e giorni, ma vedete, qui come altrove le cose da fare sono molte....non ancora troppe, ma ben sufficenti!
Tra l'università, lo studio, il lavoro come baby-sitter e il tempo speso per mangiare e lavarmi, non ce la faccio proprio a guardarmi Un posto al sole alla sera in streaming! Ehhe!
Anche questo post sarà un post artistico perché vi parlerò brevemente degli ultimi musei da me visitati.
Il primo in ordine cronologico è stato IL MUSEO RODIN.
Non sapete chi è Rodin?(1840-1717) Un genio della scultura ottocentesca. Il museo si trova in un hotel dell'epoca in cui lo scultore ha trascorso parte della sua vita. Le sue opere mettono una pace incommensurabile e sono in bronzo: un materiale apparentemente freddo, ma che di fatto è capace di trasmettere del calore umano.
Diverse opere si trovano all'esterno, nel parco del museo. Le copie sono al parco des Tuileries.
Dovete sapere che, non mi ricordo bene per quale evento, Rodin doveva presentare un'opera. Che cosa è successo poi? La sfiga volle che la scultura cadde per terra e si ruppe? (credo fosse in gesso o in marmo). All'esposizione dovette poi portare una copia. Questo per dirvi che anche i geni possono sbagliare e che la sconfitta a volte serve più di una vittoria.
Sapete chi ammirava tanto Rodin? Il nostro caro amico Michelangelo, ma ben presto ha trovato il suo stile unico ed inimitabile.
Al centro delle sue rappresentazioni c'è la figura umana nella sua imperfezione anche, perché no, e nella sua realtà. Si distanzia dalla ricercata perfezione classica per trovare l'armonia attraverso altre strade. Ora, dirvi quali siano queste strade mi risulta un po' complesso. Non sono mica una critica d'arte come mia sorella Giulia.
Per questa volta evito di fare sondaggi e vi "spiattello" direttamente le opere che più mi hanno colpito al cuore.




Domenica sono invece andata al Museo dell'Orangerie e al Louvre. Nel primo ho osservato le enormi tele di Monet raffiguranti delle ninfee. Nel secondo, mi sono dedicata all'arte italiana, a quella francese e a quella africana. Nella maggior parte dei casi sono rimasta stupita non solo dalla bellezza pittorica, ma soprattutto dalle dimensioni dei capolavori: non me le aspettavo così grandi. Alla fine delle varie visite, la mia amica ed io siamo andate a prenderci un buon gelato Amorino vicino alla Senna, di quelli senza conservanti né coloranti come piacciono a me. Poi, passeggiata in lungo e in largo per la città fino a perdere la sensibilità delle dita dal freddo. 





W la cultura!!! Specialemente quando è gratuita!!ihih!

venerdì 7 ottobre 2011

Quando vivere per la strada è come morire nella dimenticanza

Stasera vi parlerò dei clochard, ossia dei comunemente chiamati barboni o senzatetto o SDF (senza dimora fissa). 



A Parigi ce ne sono molti, soprattutto di sesso maschile. 
Penso al freddo che aumenta giorno per giorno e alla loro sofferenza che non è da meno.
Lo Stato francese è molto solidale nei confronti dei cittadini: c'è l'aiuto per l'affitto, per il disoccupato, per la mamma, per lo studente, ecc, eppure non riesce a far fronte alla povertà di chi è costretto a vivere e a dormire sui marciapiedi. Molto spesso questi barboni non riescono a "rientrare nella società" perché per poter ottenere un lavoro bisogna possedere un indizzo di residenza. Basterebbe dare una seconda possibilità, un po' di fiducia anche a quegli individui vestiti di stracci e puzzolenti. Si viene invece a creare un circolo vizioso dove meno si ha e più gli altri ti tolgono.
Ho letto che in Europa c'è stato un taglio degli aiuti alimentari proprio per queste persone. 
In classe, il mio professore di economia mi ha spiegato che un clochard vive in media 4 anni. Il non mangiare sano, l'assunzione di alcol e droghe, l'assenza di igiene e di cure mediche porta l'individuo a uno stato degradante.
I barboni del XXI secolo sono coloro che hanno perso un lavoro e/o che non hanno più una famiglia alle spalle. La disoccupazione porta alla frustrazione e alla mancanza dei mezzi di sopravvivenza. La solitudine porta alla disperazione.
Ce ne sono di cinquantenni, ma molti sono appena trentenni. Li trovo in metropolitana: entrano nei vagoni, chiedono gentilmente a voce alta un aiuto e alla fermata successiva scendono dal mezzo per risalire in quello seguente. Ce ne sono anche davanti ai supermercati...silenziosi e con la testa bassa. In altri casi sono pensionati, gente comune, magari vestita in tenuta d'ufficio...
Ad Oslo c'è una statua di un barbone. Al primo impatto, uno potrebbe pensare che l'opera voglia indicare come il paese sia accogliente nei confronti dei meno fortunati. In realtà, la statua è stata posta per ricordare che ad Oslo non ci sono clochard in quanto è un paese ricco, dove tutti stanno bene.
Per fortuna che esistono delle associazioni che si impegnano anima e corpo per salvare queste persone vagabonde. Una di questa è stata fondata da un comico francese di nome Coluche (vedi foto).
La sua idea "les restaurants du coeur" è portata avanti dal 1985. Grazie ad essa molti pasti sono distribuiti gratuitamente alla gente che si trova in miseria. Inoltre, i volontari si impegnano alla reinserzione dei clochard nel mondo del lavoro perché è solo quando torniamo a essere autonomi che riusciamo ad avere fiducia in noi stessi.
Concludo sottolineando come il tema del romanzo ottocentesco di Victor Hugo "Les miserables" sia ancora molto attuale...purtroppo.
Canzone in tema: