venerdì 7 ottobre 2011

Quando vivere per la strada è come morire nella dimenticanza

Stasera vi parlerò dei clochard, ossia dei comunemente chiamati barboni o senzatetto o SDF (senza dimora fissa). 



A Parigi ce ne sono molti, soprattutto di sesso maschile. 
Penso al freddo che aumenta giorno per giorno e alla loro sofferenza che non è da meno.
Lo Stato francese è molto solidale nei confronti dei cittadini: c'è l'aiuto per l'affitto, per il disoccupato, per la mamma, per lo studente, ecc, eppure non riesce a far fronte alla povertà di chi è costretto a vivere e a dormire sui marciapiedi. Molto spesso questi barboni non riescono a "rientrare nella società" perché per poter ottenere un lavoro bisogna possedere un indizzo di residenza. Basterebbe dare una seconda possibilità, un po' di fiducia anche a quegli individui vestiti di stracci e puzzolenti. Si viene invece a creare un circolo vizioso dove meno si ha e più gli altri ti tolgono.
Ho letto che in Europa c'è stato un taglio degli aiuti alimentari proprio per queste persone. 
In classe, il mio professore di economia mi ha spiegato che un clochard vive in media 4 anni. Il non mangiare sano, l'assunzione di alcol e droghe, l'assenza di igiene e di cure mediche porta l'individuo a uno stato degradante.
I barboni del XXI secolo sono coloro che hanno perso un lavoro e/o che non hanno più una famiglia alle spalle. La disoccupazione porta alla frustrazione e alla mancanza dei mezzi di sopravvivenza. La solitudine porta alla disperazione.
Ce ne sono di cinquantenni, ma molti sono appena trentenni. Li trovo in metropolitana: entrano nei vagoni, chiedono gentilmente a voce alta un aiuto e alla fermata successiva scendono dal mezzo per risalire in quello seguente. Ce ne sono anche davanti ai supermercati...silenziosi e con la testa bassa. In altri casi sono pensionati, gente comune, magari vestita in tenuta d'ufficio...
Ad Oslo c'è una statua di un barbone. Al primo impatto, uno potrebbe pensare che l'opera voglia indicare come il paese sia accogliente nei confronti dei meno fortunati. In realtà, la statua è stata posta per ricordare che ad Oslo non ci sono clochard in quanto è un paese ricco, dove tutti stanno bene.
Per fortuna che esistono delle associazioni che si impegnano anima e corpo per salvare queste persone vagabonde. Una di questa è stata fondata da un comico francese di nome Coluche (vedi foto).
La sua idea "les restaurants du coeur" è portata avanti dal 1985. Grazie ad essa molti pasti sono distribuiti gratuitamente alla gente che si trova in miseria. Inoltre, i volontari si impegnano alla reinserzione dei clochard nel mondo del lavoro perché è solo quando torniamo a essere autonomi che riusciamo ad avere fiducia in noi stessi.
Concludo sottolineando come il tema del romanzo ottocentesco di Victor Hugo "Les miserables" sia ancora molto attuale...purtroppo.
Canzone in tema:

2 commenti:

  1. detesto vedere le persone anziane chiedere l'elemosina. nessun paese civile dovrebbe permetterlo.

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  2. ..sei proprio un kuoricino buono, barbabietolina!!...vorrei esserlo ank'io almeno la metà della metà di quanto le sei tu!
    ..ti stimo tanto fratella ;)
    GiuLia

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