mercoledì 14 marzo 2012

Ai castelli della Loira senza perdere nessuna scarpetta


Cari amanti delle favole e cari amanti del feudalesimo, oggi vi racconto il mio weekend in giro per la Francia, lungo la Loira. Sono andata, infatti, insieme al gruppo erasmus (una cinquantina di studenti) a visitare 4 bellissimi castelli.
Il primo è stato quello di Chenonceau. Ci ha vissuto l’amante di Enrico II di nome Diane de Poitiers, poi sua moglie Caterina de Medici ha deciso di riappropiarsene e ha semplicemente trasferito la maîtresse in un’altra nobile dimora. In molte stanze è possibile vedere le due iniziali unite dei due coniugi (H e la doppia C). Il bello di questo castello è quello di essere stato costruito su un fiume, cioè un affluente della Loira, lo Cher, ci passa sotto. La costruzione dà come l’impressione di essere più lungo che largo. È stato anche un punto di confine durante la Seconda Guerra mondiale. Da una parte, la Francia occupata e dall’altra parte della riva la Francia libera. La data di costruzione risale al XVI secolo per volontà del marchese Bohier. Il re Francesco I, grande amante dell’arte italiana, introdurrà degli elementi architettonici rinascimentali. Il giardino è tipico francese con l’aggiunta di una fontana. Sapevate che il simbolo di questo sovrano era la salamandra? Sì perché è un animale molto resistente…anche al fuoco. All’esterno c’è anche un mini labirinto all’italiana la cui siepe è bassetta, quindi è impossibile perdersi all’interno. Ho potuto visitare le cucine con tutta l’attrezzatura dell’epoca…da non crederci. Infine, altre donne ci hanno vissuto tra cui Louise de Lorraine, moglie di Enrico III. Quando le hanno ucciso il marito, è andata in crisi. Si è chiusa in questo castello a pregare incessantemente e sempre vestita di bianco in segno di lutto. È per questo che la chiamavano la Regina Bianca.






Il secondo castello in cui sono entrata è stato quello di Azay-le-Rideau. È il mio preferito. Per 3 lati è circondato dall’acqua e da un parco di stile romantico. Anche qui si riscontrano elementi del Rinascimento italiano. Comunque, continua ad avere, in comune con gli altri castelli, il tipico colore bianco della pietra e l’azzurro/grigio dei tetti. La scalinata centrale che si vede anche dall’esterno è una delle prime in Francia ad avere le rampe dritte e non a chiocciola. All’interno, tra le varie stanze, c’è anche quella dedicata al gioco del biliardo. 






Il terzo castello da me visitato è stato quello di Blois. È l’unico dei 4 ad essere su un collina circondato dal paese omonimo e non sperduto in mezzo alla foresta. Qua ci ha vissuto Luigi XII cui simbolo era il porcospino per comunicare ai nemici di non avvicinarsi. Ciò che stupisce di questa grandiosa costruzione è il fatto che ogni lato del castello ha uno stile architettonico diverso dall’altro. Abbiamo il gotico, il rinascimentale, il flamboyant e il classico. Da non crederci. Ogni ala quindi è riconducibile a un’epoca differente. In una delle stanze ho potuto vedere dove è morta Caterina de Medici. 





 
Infine, il castello più grande da me visto è stato quello di Chambord. Francesco I ha chiamato Leonardo da Vinci per consultarlo sull’ampliamento e il miglioramento della costruzione. Ha 25 anni quando decide di buttarsi a capofitto in questo progetto. È sua la frase che dice che se pensiamo troppo al risultato, non inizieremmo mai a fare niente. La costruzione ha tutto calcolato. Conta più di 400 stanze, 60 scalinate e un muro di cinta di 32 km. Al centro c’è una scalinata a doppia rivoluzione, ossia una sopra l’altra dove due persone possono scendere e salire senza mai incrociarsi, che porta agli appartamenti di Francesco I e Luigi XIV. Incredibile!! Tutt’attorno si può contemplare un meraviglioso parco enorme, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. All’interno, ne ho approfittato per riscaldarmi di fronte a un caminetto acceso e poi ho girato per i tre piani, restando meravigliata dalla stanza della caccia con gli animali impagliati e dalle terrazze.
Mica male, non è vero? Con la mia amica italiana mia omonima abbiamo scattato molte foto, sebbene la sua macchinetta continuava a dire di essere scarica con qualunque pila usassimo, nuova o vecchia che fosse. Il sabato sera siamo andate a ballare con tutto il gruppo studentesco. Mi girava la testa, non per l’alcol (io non bevo), ma perché avevo appena finito di vedermi tre episodi di una serie poliziesca e un documentario sugli uccelli e la tv era fissata in alto e credo di essermi fatta venire le cervicali. Ehehe! A proposito degli uccelli, il servizio mostrava dei pellicani mangiare dei pulcini di altre specie, una specie di avvoltoio lanciare un osso di 4 kg per spaccarlo a metà e ingoiarselo intero, un uccello che si costruiva una capanna tutta decorata per conquistare la femmina e un uccello violento che attaccava gli altri uccelli per prendere il pesce che avevano appena pescato. Robe da non crederci.!Domenica abbiamo mangiato in un bistrot in cui un gatto veniva a sedersi a fianco e a farti compagnia e dove per la prima volta ho visto servire la minestra in un bicchiere di vetro e con un cucchiaino. Il tempo è stato abbastanza clemente. Un nuvolo pazzesco, ma niente temporali. L’hotel a due stelle ne meritava altre 2. Era super pulito e confortevole. In nessun castello ho trovato il mio principe azzurro, nemmeno l’ombra di un ranocchio…solo tante corna…di cervi e daini. Poverini. Non ho neppure perso le mie converse su qualche scalinata. Che delusione, vero? Scherzo! Al prossimo viaggio che arriverà molto presto! 








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