venerdì 13 gennaio 2012

L'elefante della mia infanzia

Ciao a tutti!
Ieri sono andata a visitare la biblioteca nazionale François Mitterand, quella formata da quattro torri con facciate di vetro, a forma di libri semiaperti. Ognuna ha un nome: Tour des Temps, des Lois, des Nombres e des Lettres. Il piazzale che li circonda è in legno e nel centro l'architetto ha previsto un giardino selvaggio, una specie di boschetto non aperto al pubblico sove sono stati piantati dei pini adulti appartenenti a un'altra foresta e destinati ad essere "eliminati", non so per quale ragione.
L'idea di una tale biblioteca è stata politica. La scelta di un architetto è stata il frutto di un concorso internazionale vinto da Dominique Perrault nel 1989 che in 5-6 anni ha fatto sorgere il capolavoro architettonico tra cielo e terra che si può vedere oggi.
Girovagando per i lunghi corridoi, sono incappata in due mostre: una sulle cartine geografiche dove ho visto due mappamondi del '600 giganti e una sul fumetto di Babar.
Quest'ultima è stata una rivelazione. Babar è un elefante dalle vesti umane e le sue avventure riguardano tutta la sua famiglia. Mi sono subito ricordata di un regalo ricevuto da dei parenti australiani quando ero piccola, un libretto con la storia proprio di Babar. Ho amato tantissimo quella storia in cui degli elefantini volevano giocare con dei pattini di nascosto e per nasconderli li dipingevano e li mettevano nel giardino al posto dei fiori.
Ho scoperto come è nato il personaggio. L'idea appartiene alla moglie del pittore Jean de Brunhoff. Una sera si è messa a raccontare ai suoi due figli una storiella riguardante una famiglia di elefanti. I figli, il giorno dopo, hanno raccontato la stessa storia al papà artista e quest'ultimo ha capito che farne un album sarebbe stata un'ottima idea e così è nato il tutto. Il bello è che quando il padre è morto, è stato uno dei due figli a continuare la serie!




1 commento:

  1. Io guardavo il cartone di Babar, mi ricordo ancora qualche parola della sigla!

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